Nel marzo 2020 Papa Francesco ha reso accessibili milioni di documenti relativi al Pontificato di Pio XII (1939-1958), i quali hanno il potenziale di essere studiati attraverso molteplici approcci, rilevanti sia per le questioni storiche che teologiche. Ci vorranno decenni di esame e analisi per accertare il reale valore di questi archivi, stimati in almeno 16 milioni di pagine. Tuttavia, alcune importanti scoperte sono pronte per esser condivise con il grande pubblico nel convegno che avrà luogo il prossimo autunno (9-11 ottobre 2023) presso l’Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana. Questi documenti possono essere affrontati dal punto di vista di diverse questioni tanto storiche quanto teologiche.
Il convegno New Documents from the Pontificate of Pope Pius XII and their Meaning for Jewish-Christian Relation: A Dialogue between Historians and Theologians si concentrerà sulla modalità con cui questi archivi fanno luce sulle controversie storiche e teologiche riguardanti Papa Pio XII e il Vaticano durante il periodo della Shoah e sulle relazioni ebraico-cristiane a più livelli: dai non specialisti a quanti ricoprono incarichi di autorità negli ambienti decisionali e nelle istituzioni ebraiche e cattoliche.
Il convegno riunirà storici e teologi, cristiani ed ebrei, che studiano insieme per approfondire la conoscenza storica e le relazioni ebraico-cristiane.
Tra il 9 e l’11 ottobre, presso l’Università Gregoriana, si svolgerà un importante convegno dal titolo:”Nuovi documenti dal Pontificato di Pio XII e il loro significato per le relazioni ebraico-cristiane: un dialogo tra storici e teologi”.
L’incontro è stato promosso da 5 istituzioni internazionali: il Centro Cardinal Bea della Pontificia Università a Roma; il Jack, Joseph and Morton Mandel Centro per studi avanzati sulla Shoah presso il United States Holocaust Memorial Museum a Washington, DC; il centro per Studi ebraico-cattolici presso la Saint Leo University in Florida; la Fondazione CDEC, Milano e l’Istituto internazionale per la ricerca sulla Shoah presso Yad Vashem di Gerusalenmme.
Sarà una riflessione ai massimi livelli storici e teologici, ebraici e cristiani, sull’atteggiamento della Santa Sede di fronte allo svolgimento della Seconda Guerra Mondiale.
Si tratta del primo incontro di questo genere dopo l’apertura al pubblico degli archivi vaticani. Per l’alto prestigio degli enti promotori e degli studiosi chiamati a parteciparvi, sarà sicuramente uno dei punti di svolta nella storia delle relazioni ebraico-cristiane del nostro tempo.
LE ISCRIZIONI AL CONVEGNO SONO APERTE FINO AL 2 OTTOBRE
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Per la Fondazione CDEC, saranno presentati due contributi, uno di Liliana Picciotto sulla questione dei salvataggi e uno di Michele Sarfatti sulla questione delle notizie sulla Shoah giunte in Vaticano.
Qui di seguito gli abstract dei loro interventi:
Iniziative incrociate tra ebrei perseguitati e soccorritori, Italia 1943-1945 – Dr. Liliana Picciotto
Cross Initiatives Between the Persecuted Jews and the Rescuers, Italy 1943 – 1945
Gli ebrei in Italia, alla vigilia dell’occupazione tedesca e della formazione della Repubblica di Salò, erano circa 39.000; più di 7.000 di loro furono arrestati, subendo torture e assassinio; circa 4.500 riuscirono a riparare in Svizzera. Ne rimasero da salvare circa 27.000, fragili e disarmati psicologicamente e materialmente. Nel mio paper, analizzo la questione dal punto di vista numerico, un approccio finora poco considerato. Ogni capo famiglia si arrangiò contando su parenti non ebrei, amici, colleghi di lavoro, conoscenti, sacerdoti della parrocchia vicino a casa. Il soccorso fu una questione totalmente privata, da persona a persona. Parecchie decine di milioni di italiani dovettero confrontarsi con l’emergenza della salvezza di qualche decina di migliaia di Ebrei. Questi sono i termini della questione.
L’atteggiamento della Chiesa rispetto al particolare pericolo che gli Ebrei correvano va analizzato con cura alla luce dei nuovi documenti emersi, che non mi sembra, però, gettino una luce diversa da quella già nota.
L’accoglienza delle case religiose romane va vista nella prospettiva della grande opera di soccorso prestata a migliaia di persone che richiedevano asilo, perché rimaste senza casa, di profughi dalle zone meridionali in preda alla guerra, di politici a rischio di essere arrestati, di militari in clandestinità. Il numero di residenti a Roma, durante la guerra, era aumentato vertiginosamente. Erano persone in cerca di un posto per dormire o sostare. Per tutti loro, il clero cattolico distribuì misericordia a piene mani e in maniera indifferenziata, comprendendo in quest’opera anche l’accoglienza ad un certo numero di Ebrei. L’opera di soccorso in loro favore va considerata, a mio avviso, all’interno di questo quadro e non va estrapolata come fosse una particolare attenzione alla questione da parte della Santa Sede.
Le notizie sulla Shoah arrivate in Vaticano – Dr. Michele Sarfatti
Questa relazione concerne le notizie scritte sulla Shoah pervenute alla Santa Sede mentre lo sterminio veniva attuato, più precisamente quelle giunte nel 1942, anno nel quale avvennero metà di tutte le uccisioni degli ebrei. Esse erano riferite da sacerdoti rientrati da viaggi, esponenti religiosi locali, nunzi apostolici, rappresentanti di governi, cittadini laici, singoli ebrei, enti ebraici. Il Vaticano fu uno dei maggiori punti di arrivo delle notizie sulla Shoah. Scorrendo i documenti, emerge la lenta ma continua crescita dell’affiancamento dei vocaboli “ebreo” e “morte”. Le notizie segnalavano chiaramente che era in atto un evento immane. Nel luglio 1942 arrivò anche l’informazione dell’utilizzo di “camere a gas”. La relazione propone alcuni esempi di tali notizie. Esse sono contenute sia in documenti aperti alla consultazione nel 2020, sia in documenti già editi dal Vaticano a partire dal 1965. Per quanto concerne il 1942, l’unico riferimento pubblico alle vittime fatto dalla Santa Sede fu quello contenuto nel noto discorso pronunciato da Pio XII alla radio il 24 dicembre, che però non nominò né gli ebrei né i loro assassini, né contenne un’esortazione pubblica alla loro difesa.
Il Convegno internazionale è organizzato da
- CDEC – Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Milano, Italia)
- Centro “Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici – Facoltà di Storia e dei Beni Culturali della Chiesa, Pontificia Università Gregoriana (Roma, Italia)
- Programs on Ethics, Religion, and the Holocaust at the Jack, Joseph and Morton Mandel Center for Advanced Holocaust Studies, U.S. Holocaust Memorial Museum (Washington DC, USA)
- Institute for International Research Yad Vashem World Holocaust Remembrance Center (Jerusalem, Israel)
- Center for Catholic-Jewish Studies, Saint Leo University (Saint Leo, Florida, USA)
Il Convegno internazionale è sponsorizzato da
- UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
- La Santa Sede, Archivio Apostolico Vaticano
- La Santa Sede, Dicastero per la Cultura e l’Educazione
- La Santa Sede, Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo del Dicastero per la promozione per l’Unità dei Cristiani
- U.S. Department of State, Office of the Special Envoy for Holocaust Issues
- U.S. Embassy to the Holy See
- Israeli Embassy to the Holy See
- FSCIRE – Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII
- Resilience, https://www.resilience-ri.eu
- AJC – American Jewish Committee