La ricerca sulla deportazione degli ebrei dall’Italia è il principale filone di ricerca della Fondazione CDEC. È stabilita dal primo statuto della Fondazione CDEC come una delle ragioni d’essere dell’istituto stesso.
Tale attività è stata svolta all’interno della Fondazione CDEC, in varie fasi, da varie persone. Dopo la pubblicazione della prima edizione del Libro della Memoria, il lavoro di revisione e aggiornamento delle informazioni è stato costante.
Nel corso degli anni la ricerca sulla deportazione ha seguito due direttive principali: la prima riguardante l’identificazione di tutti gli ebrei, italiani, regnicoli e stranieri, che subirono la deportazione forzata verso i campi di concentramento e sterminio nazisti. La seconda rivolta maggiormente allo studio delle dinamiche e delle modalità di arresto, detenzione e infine deportazione.
Il testo che segue, scritto da Liliana Picciotto, ricostruisce i vari momenti di questa complessa ricerca che lei stessa conduce da oltre trent’anni.
La ricostruzione della persecuzione fascista degli ebrei e dello svolgimento della Shoah in Italia è stato uno dei principali progetti su cui, fin dalla sua nascita, si è fondato il Centro.
La ricerca si è indirizzata soprattutto al ritrovamento dei nomi e dei dati anagrafici delle persone arrestate in Italia e deportate e all’esposizione delle circostanze di tali avvenimenti.
Basata su un primo elenco ricostruito nel 1947 dal Colonnello Massimo Adolfo Vitale, presidente del Comitato Ricerche Deportati Ebrei, la ricerca è stata ripresa e approfondita da Giuliana Donati fra il 1972 e il 1974, con correzioni di grafie distorte, aggiunte di alcuni nomi e rettifiche di dati.
Nel 1979, prese corpo l’idea di pubblicare un libro-memoriale con i nomi di tutti gli ebrei d’Italia rimaste vittime della Shoah, compresi coloro che furono uccisi in Italia in eccidi o rappresaglie tedesche o che morirono comunque in stato di prigionia.
Fu messo in campo un grande progetto di ricerca, affidato a Liliana Picciotto, basato sulle acquisizioni già ottenute da Vitale e Donati ma che tenesse conto delle nuove fonti emerse durante le ricerche per i processi ai criminali nazisti degli Anni Sessanta. L’acquisizione di prove a carico dei criminali, per i quali le procure tedesche avevano chiesto l’aiuto della Fondazione CDEC, aveva comportato frenetiche campagne di ricerche di documenti negli archivi di Stato di tutta Italia, soprattutto nei loro fondi “Questura” e “Prefettura”.
A partire dal 1979 furono inoltre richiesti permessi speciali al Ministero di Grazia e Giustizia per sondare i registri di ingresso delle carceri di tutta Italia per poter acquisire le informazioni sulle date di arresto di ognuno e sugli esecutori degli arresti stessi: autorità italiane o autorità tedesche.
Fu fatto anche uno sforzo speciale per acquisire copia del censimento speciale degli ebrei realizzato dal governo fascista a scopo persecutorio nel 1938 e aggiornato a più riprese negli anni successivi. Il censimento è stato ritrovato, parcellizzato e conservato in ognuno degli archivi delle principali Prefetture italiane, o, talvolta, negli archivi comunali. Da quegli elenchi, si sono potuti controllare e, in caso, correggere, i nomi e i dati anagrafici di ciascun perseguitato e si sono potuti ricostruire i legami famigliari di ognuno.
Si voleva dotare ciascun perseguitato di ogni notizia possibile atta a determinarne l’identità e la sorte, per questo, un grandissimo sforzo fu fatto per cercare di reperire i numeri di matricola di coloro che erano riusciti a sopravvivere alla selezione per l’avvelenamento da gas sulla banchina di arrivo di Auschwitz ed entrare in campo. Il loro numero di immatricolazione avrebbe aiutato a capire meglio le date di partenza (per ogni trasporto giunto ad Auschwitz, i deportati venivano immatricolati da un certo numero ad un altro, in quantità predefinita prima dell’arrivo stesso del treno, a seconda della necessità di manodopera nel campo) e le date di arrivo. Fu fatta richiesta di accesso all’archivio del museo di Auschwitz dove reperimmo parecchie centinaia di numeri di matricoli associati ai nomi degli ebrei giunti dall’Italia. Contemporaneamente, la direttrice di ricerca si recò a più riprese a Gerusalemme a partire dal 1984 per consultare il Master Index dell’International Tracing Service con base a Arolsen (Germania). L’unico ente al mondo che aveva avuto, negli Anni Sessanta, il permesso di microfilmare questo gigantesco archivio gestito dalla Croce Rossa era infatti Yad Vashem a Gerusalemme.
Nel 1986 il lavoro di integrazione dei dati acquisiti era aumentato al punto tale da rendere indispensabile il loro trasferimento in un computer, novità assoluta, apparsa all’orizzonte italiano per scopi di ricerca scientifica soltanto nel 1984. L’iniziativa rese possibile l’avvio della classificazione dei dati e la revisione di ogni singola voce. Il risultato di tale immane lavoro fu la pubblicazione dell’elenco delle vittime della Shoah ne Il libro della memoria, uscita in prima edizione nel 1991, per la casa editrice Mursia.
La ricerca sui dati, le correzioni di inesattezze, il ritrovamento di nuovi nomi e nuovi numeri di immatricolazione nel campo è proseguita fino ai giorni nostri e, anzi ora è aumentata per il fatto straordinario che l’International Tracing Service ha aperto i suoi archivi al grande pubblico con una campagna di digitalizzazione dei milioni dei suoi documenti e la loro messa a disposizione su web.
L’elenco sempre più aggiornato delle vittime è oggi dalla Fondazione CDEC messo a disposizione sulla sua Digital Library, consultabile via web, rimanendo uno dei centri di interesse permanente della Fondazione.
Nel corso della realizzazione del filone principale della ricerca sono stati effettuati diversi approfondimenti, alcuni dei quali pubblicati, altri no, che elenchiamo qui:
- Studio sulla politica tedesca del trattamento degli ebrei di cittadinanza italiana nell’Europa occupata prima dell’inizio della shoah in Italia (1942-1943). Studio basato su un gruppo di documenti del Ministero degli Affari Esteri tedesco.
- La persecuzione antiebraica a Milano: gli arresti, la situazione nel carcere di San Vittore, i treni in partenza dalla stazione centrale, i responsabili tedeschi.
- Il campo di concentramento fascista per ebrei creato a Fossoli di Carpi e la sua trasformazione in campo di polizia e di transito tedesco per le deportazioni. Gli ordini per la sua creazione, il personale responsabile, il suo approvvigionamento regolare da parte del Comune di Carpi e il suo approvvigionamento straordinario alla vigilia della partenza dei treni dei deportati.
- Studio sul processo decisionale della retata avvenuta a Roma il 16 ottobre del 1943 basato su un gruppo di documenti, trasmessi via radio, intercorsi tra il capo della polizia tedesca a Roma e i suoi capi a Berlino, intercettati dai servizi segreti inglesi.
2. Ricerca sugli ebrei sfuggiti agli arresti e alla deportazione
3. Ricerca sul contributo degli ebrei alla lotta di liberazione e il loro contributo alla creazione dell’Italia democratica.
Liliana Picciotto, responsabile ricerche Fondazione CDEC