La collaborazione con l’Archivio Storico Intesa Sanpaolo

Nell’ambito dei progetti per la ricerca e la divulgazione storica, la Fondazione CDEC beneficia di una ricca rete di collaborazioni con diverse istituzioni locali, nazionali e internazionali.

Tra queste, si sta consolidando e approfondendo la collaborazione con l’Archivio Storico Intesa Sanpaolo con il quale già per l’edizione 2019 della Milano Digital Week è stato creato il video “Vite interrotte. Due Archivi raccontano“, prodotto da regesta.exe.

Vite interrotte. Due archivi raccontano

La collaborazione con Intesa Sanpaolo nasce dall’esigenza di integrare le informazioni dei rispettivi archivi e dal comune intento a sviluppare sensibilmente la conoscenza storica delle vicende legate alla persecuzione subita dai cittadini ebrei in Italia fra il 1938 e il 1945 e di mantenere la memoria di questi eventi attraverso la valorizzazione delle straordinarie fonti primarie a disposizione.

Oltre all’affinità di intenti, la Fondazione CDEC e l’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo condividono un interesse per lo sviluppo di nuove tecnologie applicate alla cultura e alla storia che permettano di gestire, integrare e pubblicare in rete la propria documentazione.
È proprio grazie a queste nuove tecnologie che i patrimoni informativi dei due archivi sono ora in relazione reciproca, permettendo così la creazione di un vasto corredo informativo e la ricostruzione delle vicende di cittadini lombardi perseguitati, sottoposti alla requisizione dei beni, arrestati e detenuti nei campi di concentramento o in fuga durante il fascismo. Ha permesso, inoltre, di scoprire le vicende legate alla restituzione dei beni, dagli immobili agli oggetti personali, e consente di affrontare, attraverso la disponibilità di fonti inedite, tematiche come quelle dei bombardamenti in città e dei danni di guerra.

Nel 2021 la collaborazione si consoliderà attraverso nuovi progetti condivisi e in particolare il comune sostegno a una ricerca che riguarderà la comunità ebraica della città di Milano a partire dallo studio puntuale di tutti fascicoli dell’Ente di gestione e liquidazione immobiliare (EGELI) relativi ai residenti nel capoluogo lombardo, analizzati e confrontati con i dati del censimento dei cittadini milanesi dell’agosto 1938, primo atto razzista e discriminatorio, formale su scala nazionale, compiuto dal regime fascista nei confronti di tutti gli ebrei, italiani e stranieri.