M. Sarfatti, “Razzismo e antisemitismo nei libri scolastici dopo il 1938: esempi di censure, sostituzioni e aggiunte”

Premessa


Dal 1938 il razzismo e l’antisemitismo entrarono con forza nei libri di testo per le scuole di ogni ordine e grado dell’Italia fascista, rimanendovi in alcuni casi per sette anni.

Alle norme legislative e alle direttive gerarchiche si affiancò e intrecciò l’allineamento dal basso. Questo impegno profuso autonomamente da editori e autori fu un elemento importante dell’antisemitizzazione della scuola italiana.

Le modifiche apportate ai libri di testo consistevano in censure, sostituzioni e aggiunte. Qui di seguito ne vengono proposti alcuni esempi. Si richiama l’attenzione in particolare sulle eliminazioni di vocaboli o frasi non in linea con le nuove direttive governative, o ritenuti troppo positivi sugli ebrei. Infatti, mentre un inserimento di aggettivi o interi brani razzisti e/o antisemiti è oggi di facile individuazione, una soppressione è accertabile solo all’ardua condizione di reperire l’edizione precedente o il manoscritto originale ed effettuare il relativo confronto.

Per la ricostruzione storica della persecuzione antiebraica nella scuola e nell’editoria, si veda M. Sarfatti, La scuola, gli ebrei e l’arianizzazione attuata da Giuseppe Bottai, in I licei G. Berchet e G. Carducci durante il fascismo e la resistenza, Liceo classico statale Carducci, Milano 1996, pp. 37-66; Id., Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione, 2° ed., Einaudi, Torino 2007, pp. 211-16; G. Fabre, L’elenco. Censura fascista, editoria e autori ebrei, Zamorani, Torino 1998.

Esempi

Il volume Vittorio Manfredi, Nuovissimo dizionario tascabile della lingua italiana, Bietti, Milano, giunto al 30° migliaio, venne sequestrato perché conteneva la definizione: «antisemiti, gente poco civile che osteggia e combatte gli ebrei» («Il popolo d’Italia», 21 e 22 gennaio 1939).

L’enciclopedia Nuovissima enciclopedia italiana illustrata, Istituto Editoriale Moderno, Milano, provvide a sopprimere, nelle copie esistenti in magazzino, la definizione di pagina 739: «Ebrei, un tempo perseguitati e costretti a vivere nei ghetti, riescono ora, animati da una formidabile volontà, ad eccellere in ogni campo» («Il popolo d’Italia», 28 e 29 gennaio 1939).

Il Vocabolario della lingua italiana, Accademia d’Italia, Roma 1941, volume I: A-C, p. 204, conteneva la definizione: «Antisemitismo Opposizione agli ebrei, al predominio ebraico nella vita di una nazione».


Il libro della V classe elementare, Letture (Libreria dello Stato, Roma 1940) conteneva alle pagine 183-84 il seguente brano: «Gli ebrei. Ma fra i nuovi conquistatori [dei paesi extraeuropei] si era mescolata la razza giudaica, disseminata lungo le rive del Golfo Persico e sulle coste dell’Arabia, dispersa poi lontano dalla patria d’origine, quasi per maledizione di Dio, e astutamente infiltratasi nelle patrie degli Ariani. Essa aveva inoculato nei popoli nordici uno spirito nuovo fatto di mercantilismo e di sete di guadagno, uno spirito che mirava unicamente ad accaparrarsi le maggiori ricchezze della terra. L’Italia di Mussolini, erede della gloriosa civiltà romana, non poteva rimanere inerte davanti a questa associazione di interessi affaristici, seminatrice di discordie, nemica di ogni idealità. Roma reagì con prontezza e provvide a preservare la nobile stirpe italiana da ogni pericolo di contaminazione ebraica e di altre razze inferiori».

Il volume Guido Calogero, Compendio di storia della filosofia (La Nuova Italia, Firenze), che a pagina 268 dell’edizione del 1934 menzionava il nome e il pensiero di Bergson e Husserl , venne riedito nel 1939 con alcune righe ricomposte sopprimendo tali riferimenti (i due filosofi erano classificati “di razza ebraica”).

Edizione del 1934: «Più tardi anche l’esigenza postkantiana di un’assoluta deduzione delle categorie, seppur concepita come universale analisi dei contenuti della coscienza nella loro ideale struttura e quindi sotto certo aspetto riavvicinata alla concezione statica della logica classica, torna a farvisi strada con la fenomenologia del Husserl; e l’originale prosecuzione che ne dà lo Heidegger vi ottiene oggi i massimi onori. [di seguito, il volume tratta Poincaré e Boutroux; indi prosegue con:] Parallelamente, un acuto e fortunato analista, il Bergson, mostra …».

Edizione del 1939: «Più tardi anche l’esigenza postkantiana di un’assoluta deduzione delle categorie, seppur concepita come universale analisi dei contenuti della coscienza nella loro ideale struttura e quindi sotto certo aspetto riavvicinata alla concezione statica della logica classica, torna a farvisi strada con la concezione detta fenomenologica, oggi sviluppata originalmente, anche sotto l’influsso del danese Kierkegaard, dallo Heidegger e dallo Iaspers. [di seguito, il volume tratta, senza modifiche, Poincaré e Boutroux; indi prosegue senza menzionare Bergson]» (le due pagine sono riprodotte in A. Piccioni (a cura di), Una casa editrice tra società, cultura e scuola. La Nuova Italia 1926-1986, La Nuova Italia, Firenze 1986, pp. 78-79).

Del volume Il medioevo, del Corso di storia per i licei [classici e scientifici] e gli istituti magistrali (Signorelli, Milano), è possibile raffrontare l’edizione redatta nei primi mesi del 1938 da Augusto Lizier e Gino Luzzatto e quella redatta nel 1940 dal solo Lizier (Luzzatto era stato classificato “di razza ebraica” e quindi i suoi libri non potevano più essere adottati dalle scuole).

Edizione del 1938, pp. 18-19, paragrafo sull’impero romano: «Il monoteismo esclusivistico, che obbligava i Cristiani, come pure gli Ebrei, a rinnegare ogni altra divinità ed a rifiutarsi al culto degli imperatori, li poneva per questo solo fatto contro lo Stato. Lo stesso insegnamento di Cristo: “date a Cesare quel ch’è di Cesare, a Dio quel che è di Dio”, […] era inammissibile secondo la più schietta concezione romana.».

Edizione del 1943, p. 19, stesso paragrafo: «Per il Cristiano invece, al disopra di ogni legge e di ogni potere sta la volontà di Dio, che si è espressa nei libri sacri: pur attuando l’insegnamento di Cristo: “Date a Cesare quel che è di Cesare”, egli ritiene lecito e doveroso resistere alle leggi dello Stato, se per obbedire ad esse occorre violare la legge divina. Al lume di questo principio si rivela il preciso significato del rifiuto di prestar culto all’Imperatore».

Il volume Simon Dubnow, Breve storia di Israele. Dalle origini ai nostri giorni, Israel, Firenze 1941 (traduzione di Précis d’histoire juive. Des origines à nos jours, Cahiers Juifs, Paris 1936), era stato voluto dall’Unione delle comunità israelitiche italiane per gli studenti delle scuole ebraiche istituite nel 1938. All’inizio della pubblicazione veniva precisato: «Questo volume, in ottemperanza alle disposizioni delle Superiori Autorità, non è la integrale traduzione del testo originale francese». Tra i brani dell’edizione francese eliminati dalla censura fascista (e trascritti dal traduttore Raoul Elia nella sua copia personale) vi erano: «Purificatevi, rinunziate alle vostre cattive azioni, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, sostenete l’oppresso, riconoscete i diritti dell’orfano, prendete la difesa della vedova» (soppresso da p. 40; citazione da Isaia, I, 15-17); «Dio esige che gli uomini siano puri ed onesti, che essi amino il loro prossimo, che non vi sia differenza tra il ricco ed il povero; Egli vuole che gli uomini vivano come fratelli, come i figli di uno stesso padre» (soppresso da p. 50); «Questi benedetti Papi, vescovi e monaci con le loro grosse teste d’asino» (soppresso da p. 225; citazione da Lutero); «Finalmente gli Hitleriani arrivarono al potere. Nel gennaio 1933 Hitler diviene cancelliere di Stato e fa ministri le sue comparse. Il nuovo governo spazza via l’ordine repubblicano libero e stabilisce la dittatura del partito nazi. Tutti gli altri partiti politici furono soppressi, il Reichstag fu disciolto, migliaia di socialdemocratici e di comunisti gettati in prigione o nei campi di concentramento. La popolazione ebraica fu perseguitata con una ferocia inaudita» (questo brano faceva parte degli ultimi capitoli dell’edizione francese, interamente soppressi in Italia).