La musica

Fra le collezioni ancora “nascoste” della Fondazione CDEC rientra senz’altro quella delle partiture, della musica e delle tradizioni musicali ebraiche.
Da diversi anni la Biblioteca si è fatta promotrice della raccolta e conservazione di questo tipo di materiali.
Particolarmente rilevante ai fini dell’arricchimento di questa collezione è stata l’acquisizione, nel 2010, del fondo musicale denominato “Yuval”.
Si tratta dell’archivio sonoro di Yuval ItaliaCentro di studi sulla musica ebraica, attivo a Milano dal 1997 al 2010 circa. Il Centro Studi, creato da Francesco Spagnolo, aveva lo scopo di documentare e studiare le tradizioni musicali ebraiche, con particolare attenzione all’Italia. 

Il fondo “Yuval” comprende anche monografie moderne, musica a stampa e altri materiali che necessitano ancora di opportuna catalogazione.
Per quanto riguarda più specificamente il materiale sonoro, vanno segnalate, insieme a edizioni già in commercio, registrazioni, su supporti vari, di esecuzioni e canti originali, nonchè le registrazioni della trasmissione “Yuval: Musiche e culture degli ebrei” ideata e condotta su Radio Popolare da Francesco Spagnolo fra il 1997 e il 2001.

La catalogazione e la fruizione da parte del pubblico di tutto questo materiale rappresenta uno degli obiettivi della Fondazione CDEC per il prossimo futuro. Per questo infatti è in programma la costituzione di uno specifico Dipartimento musicale che avrà come scopo, fra gli altri, il censimento del patrimonio musicale conservato dalle singole Comunità ebraiche italiane e l’organizzazione di corsi e scuole estive dedicate alla storia della musica ebraica nelle diverse epoche e contesti sociali e culturali. A tale fine sono già stati avviati colloqui per un accordo di collaborazione con il Conservatorio Statale “Francesco Venezze” di Rovigo e, in particolare, con il maestro Raffaele Deluca, con il quale la Fondazione CDEC già ha collaborato per altre iniziative.

Fra queste, l’evento Serata Colorata (Auditorium Parco della Musica, Roma 27 gennaio 2017) e la recente mostra Tradotti agli estremi confini. Musica e musicisti nel campo di Ferramonti (1940-1943) presentata lo scorso gennaio 2020 all’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, accompagnata da un concerto di musica da camera eseguito dal violinista Federico Guglielmo e dal pianista Giuseppe Fagnocchi.


Tutt’altro genere di musica è quello che si trova nel fondo “Herbert Pagani“. Vi sono conservati testi delle sue canzoni, composizioni musicali e le registrazioni di sei fra le sue principali opere musicali, cioè “L’amicizia” (1969), “Concerto d’Italie” (1971), “Les annes de la rage et de l’amour” (1974), “Palcoscenico” (1976) e “Per la mia terra – La stella d’oro” (1976).
Le registrazioni, come il resto del fondo, non sono ancora digitalizzati.