Nel 1938 Silvia Lombroso si apparta sulla strada: per scrivere non ha che da guardare dentro di sé, e intorno a sé. Inizia a tenere un diario che deve essere pubblicato subito dopo il 25 luglio del 1943. Gli avvenimenti successivi obbligano però l’autrice a fuggire e a nascondersi: il testo viene ripreso e continuato fino al giorno della liberazione. Nel 1945 finalmente si può stampare. Non tutti possono fare opere alte e ammirevoli; a tutti però è dato, nelle congiunture tragiche della vita, di poter fare “qualche cosa”. Come questo piccolo libro. Che vada per il mondo, e venga letto da chi non è stato colpito, ma ha voluto intorno a sé colpire, e ha taciuto, per indifferenza o per timore; – e da chi è stato colpito e ha salito il suo calvario, e oggi, in questo risveglio delle coscienze che sembra ancora un prodigio, ritrova in sé, con commozione e fierezza, il senso divino della Patria, e l’alito caldo della fratellanza umana.
L’Autrice
Silvia Allegrina Forti nasce a Verona nel 1889. Nel 1913 sposa Ugo Lombroso, fisiologo, figlio di Cesare, uno degli iniziatori dell’antropologia criminale italiana. La famiglia, allietata dalla nascita di due figli, si sposta di frequente per gli impegni di lavoro del marito, professore universitario. Dal 1938 fino al 1945 Silvia Forti riporta in un diario le traversie della sua famiglia durante il fascismo e le persecuzioni razziali.
Nel 1956 si trasferisce negli Stati Uniti. Muore nel 1979.
Scheda del libro
Silvia Lombroso
Si può stampare
Collana Scale Matte
Edizioni Il prato
Saonara (PD) 2019
pp. 248
ISBN 9788863364903