Relazione annuale sull’antisemitismo in Italia 2020

Un esempio di immagine antisemita pubblicata in rete

L’Osservatorio antisemitismo della Fondazione CDEC ha reso pubblica la Relazione annuale sull’antisemitismo in Italia relativa al 2020.

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Di seguito pubblichiamo un testo di introduzione alla Relazione di Betti Guetta, responsabile dell’Osservatorio antisemitismo.

L’antisemitismo non rappresenta un problema del passato, ma di attualità, un dato di fatto che osserviamo dagli eventi, dal linguaggio di certi social media, da alcuni gravi eventi di cronaca. L’antisemitismo può esprimersi con diverse gradazioni che cambiano a seconda della situazione e del contesto politico, economico, sociale che ne fa variare la diffusione e la visibilità. Le fasi di latenza si alternano con quelle attive in cui per problemi internazionali, crisi economiche, mutamenti sociali e culturali particolarmente accelerati, l’antisemitismo torna a farsi evidente e a riguadagnarsi la dicibilità pubblica.
Se in condizioni di latenza l’antisemitismo occupa territori sociali e culturali relativamente circoscritti, ed è rivendicato solo in settori limitati, nelle fasi di emergenza i limiti possono essere rapidamente superati. L’attuale congiuntura economica e sociale accompagnata dalla pandemia in corso creano un clima favorevole alla riemersione di attitudini antisemite.

La polemica intorno al virus in Italia ha fattezze cospirativiste e di xenofobia anti-cinese: il Covid19 sarebbe uno strumento di guerra batteriologica (un virus fuggito oppure fatto fuggire dai laboratori cinesi), o un’arma di controllo sociale creata da gruppi di élite (UE, organismi transnazionali, militari, aziende farmaceutiche).
L’impatto del Covid 19 sui social media è stato potente e violento, ispirato da un’avversione cospirazionista. La pervasività dell’approccio cospirativista sta nell’ impegno usato per dare un senso a situazioni di difficile comprensione, come il caso coronavirus, e soprattutto di indicare un colpevole: dietro ogni problema c’è qualcuno che complotta contro di noi. Chi è influenzato dai miti della cospirazione si identifica con una visione della realtà distorta e radicalizzata ed ha una profonda sfiducia nei confronti delle autorità, delle istituzioni, dello Stato, del governo ma anche del resto di quella comunità che lavora per risolvere gli eventi critici (medici, virologi, etc.). I gruppi antivaccinisti nelle loro azioni di protesta hanno fatto spesso uso di metafore legate alla Shoah, rappresentandosi come i nuovi ebrei.

Il problema dell’antisemitismo è stato recepito dal Parlamento italiano che nel gennaio 2020 ha costituito il Coordinamento nazionale per la lotta contro l’antisemitismo nominando Milena Santerini come Coordinatrice.

Il 27 gennaio 2020 il Consiglio dei Ministri, in occasione della Giornata della Memoria, ha ribadito l’impegno a promuovere e a rafforzare la memoria dell’Olocausto e a contrastare l’antisemitismo in tutte le sue forme. A tale scopo il Governo ha accolto l’intero documento IHRA sull’antisemitismo, compresi gli esempi, facendo riferimento ad esso per un percorso di ricognizione delle espressioni e delle condotte di antisemitismo.
Inoltre, è stato costituito con Decreto della Presidenza del Consiglio del 16 giugno 2020 il Gruppo tecnico di lavoro per la ricognizione sulla definizione di antisemitismo approvata dall’IHRA, cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, di vari Ministeri, di organismi del mondo ebraico e l’Osservatorio antisemitismo del CDEC. Dopo 14 audizioni oltre agli incontri riservati ai membri, il Gruppo ha consegnato la Relazione finale nel dicembre 2020.

Rassegna stampa
Nell’era dell’informazione rumorosa, l’antisemitismo è sempre più liquido – Mosaico