In tempi di guerra è ancora più urgente insegnare la convivenza e la tolleranza.
Proporre misure per combattere l’antisemitismo nelle scuole è l’obiettivo che unisce le organizzazioni di quattro Paesi in RELATION, un progetto finanziato dall’Unione Europea.
L’incontro era già stato programmato: esperti provenienti da Spagna, Romania e Belgio si sarebbero incontrati in Italia, presso la sede della Fondazione Hallgarten-Franchetti Centro Studi Villa Montesca, per lavorare insieme e monitorare le attività del progetto RELATION, un’iniziativa di ricerca e di nuove metodologie per contrastare l’antisemitismo moderno. Come previsto, si sono riuniti lunedì 9 ottobre; quello che non potevano sapere è che due giorni prima del loro incontro sarebbe avvenuto il peggior attacco terroristico di questo secolo contro il popolo di Israele.
“Coltivando ideologie ancorate all’odio, al pregiudizio e alla disuguaglianza delle identità, l’antisemitismo minaccia la realizzazione dei diritti umani di tutti i popoli. L’antisemitismo germoglia indipendentemente dalla presenza di una popolazione ebraica, e non c’è una correlazione diretta tra la dimensione della popolazione ebraica e il grado di antisemitismo. Al contrario, esso fiorisce come atteggiamento, replicato nel mito, nella cospirazione, nell’immaginario, nei media e nella cultura, prendendo in prestito tropi storici e reinventandosi in nuove vesti”, si legge nel documento Affrontare l’Antisemitismo attraverso l’Educazione pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) e dall’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani (ODIDH).
Nel bel mezzo del conflitto che colpisce non solo i territori di Israele e Palestina, ma anche la realtà europea, mettendo a rischio la sicurezza e la garanzia dei diritti di tutti i cittadini, la realizzazione di un maggior numero di esperienze volte ad insegnare ai bambini e agli adolescenti i criteri di base per promuovere la comprensione della diversità delle identità non può essere rimandata.
Come citato nel modello pedagogico creato per questo progetto e disponibile sul sito web: “Se Sartre ha detto giustamente che ‘l’antisemitismo è soprattutto una passione’, significa che la lotta contro l’antisemitismo ha bisogno di un maggiore e più profondo coinvolgimento degli aspetti emotivi: relazionali, relazionale, pratico, attivo e sociale, al di là del livello cognitivo”.
Più di 70 insegnanti di scuole primarie e secondarie in Europa si stanno attualmente formando attraverso le proposte esperienziali e innovative del gruppo; l’obiettivo, entro la fine del progetto, è di raggiungerne almeno 100.
Tutte le attività rimarranno attive, come spiega Gadi Luzzato, direttore del Centro di Documentazione Ebraica di Milano (CDEC) : “Siamo convinti che i conflitti possano essere superati solo con un intenso lavoro nel campo dell’istruzione e della cultura, combattendo i discorsi d’odio e mantenendo aperti i canali di dialogo”.
Cosa dice la legislazione europea sui discorsi d’odio?
Nell’ambito del progetto, l’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con tutti i partner, ha sviluppato un’analisi esaustiva degli aspetti di maggiore interesse per la lotta all’antisemitismo da un punto di vista legale. Una delle questioni emerse è quella legata al negazionismo, un fenomeno sociale e politico che si è sviluppato soprattutto in Europa e la cui origine è legata alla messa in discussione del genocidio nazista.
Il rapporto, che raccoglie i dati dei quattro Paesi partecipanti, sottolinea come “alcuni Stati membri hanno previsto la punizione del negazionismo nei loro codici penali; altri hanno introdotto una legislazione speciale. Va tenuto conto del fatto che le leggi nazionali differiscono ancora in molti aspetti, come la definizione dei reati e la varietà di eventi storici la cui memoria si dovrebbe proteggere”.
Questo rapporto legale sarà disponibile per coloro che vorranno consultarlo anche su
www.relationproject.eu
I partner di questo progetto finanziato dall’Unione Europea sono:
Spagna – Bet Shalom, Comunità ebraica progressista di Barcellona
Italia – Fondazione Centro Di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC)
Italia – Fondazione Hallgarten-Franchetti Centro Studi Villa Montesca (FCSVM)
Italia – Università degli Studi di Milano (UMIL)
Italia – Università Cattolica Del Sacro Cuore (UCSC)
Romania – Istituto Interculturale Timisoara (IIT)
Belgio – CEJI
Per saperne di più sulle attività educative, la ricerca e gli eventi locali del progetto
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Per ulteriori informazioni scrivere a: communications@relationproject.eu