“…ove il tempo mio primo e di me si spendea la miglior parte”

“L’estate del 1939 mi si presentava vuota. Dopo un anno passato divinamente in via Eupili, in un ambiente profondamente ebraico e sionista atto ad aprire gli occhi a tanti ragazzi che ignoravano persino di essere ebrei o quasi e nei quali la sola questione razziale ha parzialmente risvegliata una coscienza religiosa e nazionale, appunto dopo una simile annata, desideravo anche per l’estate qualcosa di ebraico. Già in casa si parlava di partire per Erez  Israel, […]. Invece un giorno…”

Si apre così il diario che fra il luglio e l’agosto del 1939 scrisse Dario Navarra – figlio dell’indimenticata Marta Bernstein Navarra – raccontando della sua esperienza nella hachshara di Alano di Piave in provincia di Belluno.
Questo e altri documenti fanno parte del fondo d’archivio Dario Navarra. In esso infatti, oltre al diario di Alano e a una serie di personalissimi Diari composti durante l’esilio in Svizzera (1942-1945) – una cronaca del periodo “scritta” attraverso ritagli di vari giornali (La Tribune de Lausanne, Journal de Genève, La Suisse, Il Corriere del Ticino, Libera Stampa, Daily Telegraph, Times) – è contenuto un prezioso e originale album fotografico che sarà particolarmente caro ai milanesi e agli ex-eupilini. Si tratta dell’album di fotografie scattate dal giovane Dario Navarra ai compagni e ai docenti della scuola ebraica di via Eupili nel 1942 probabilmente alla fine dell’anno scolastico, poco prima della sua partenza per la Svizzera dove, a Losanna, si iscrisse alla facoltà di Chimica.

Questi documenti furono donati alla Fondazione CDEC da Dario Navarra nel 2001.
L’inventario del Fondo, l’album fotografico integrale della scuola di via Eupili –  “il loco ove tornar disio” – e alcune pagine del Diario di Alano sono consultabili sulla Digital Library della Fondazione CDEC.

Sempre sulla Digital Library è stato recentemente pubblicato l’inventario, più antico e stratificato, del Fondo “Comunità ebraiche in Italia” (originariamente denominato “Vicissitudini delle Comunità ebraiche in Italia”).
La Fondazione CDEC, sin dai suoi primi anni di attività, iniziò a raccogliere e includere in questo Fondo documenti di vario genere e natura al fine di preservare la storia, le vicende e le attività riguardanti le Comunità ebraiche italiane, incluse anche quelle che oggi non sono più esistenti. Per esempio, il Fondo contiene i documenti relativi alla cosiddetta Comunità di San Nicandro Garganico, nata negli anni ’20 del ‘900 in seguito alla conversione di Donato Manduzio. Incolto figlio di contadini, tornato dalla Grande Guerra capace di leggere e scrivere, Manduzio fece opera di proselitismo presso numerosi suoi compaesani, convincendoli alla conversione all’ebraismo grazie alla forza della sua “personale” lettura della Bibbia.