L’avvio delle ricerche sulla deportazione sotto la Presidenza di Raffaele Jona

Inaugurazione del Museo Monumento al Deportato, Carpi 1973

Dal 1965 e fino al 1980, anno della sua morte, fu Presidente del Consiglio di amministrazione Raffaele Jona, valoroso partigiano in Val di Lanzo e industriale siderurgico a Ivrea, la cui personalità servì all’affermazione del prestigio del CDEC in molti ambiti sociali e politici. 
Chi ha avuto occasione di conoscerlo, parla di Jona come di un uomo schivo che non amava parlare di sé e forse anche per questo, si sa poco del suo ruolo come Presidente del CDEC. Scrive di lui su HaKehila nel 1980 Lia Corinaldi, compagna partigiana: «Minuto, modesto, parco di parola, quasi sbiadito e incerto in mezzo alla gente: così appariva negli incontri fugaci. Ma era una forza che con volontà indomabile realizzava i suoi disegni; aveva una sicurezza interna che lo sosteneva senza tentennamenti, enorme coraggio e una dedizione agli altri che gli facevano affrontare le imprese più eroiche come semplici atti quotidiani».

Fu durante gli anni della sua Presidenza che, anche in concomitanza di iniziative analoghe nel resto del mondo, ebbe inizio la revisione e l’analisi scientifica dei dati sui deportati raccolti fino a quel momento. Già nei primi anni Sessanta, l’Associazione Nazionale Ex Deportati (ANED) aveva sollecitato la collaborazione del Centro per inviare un elenco con una scelta di 2000 nomi di deportati ebrei da incidere, assieme a quelli dei deportati politici, sui muri di quello che sarebbe diventato il Museo Monumento al Deportato nella città di Carpi.
Giuliana Donati, allora ricercatrice del CDEC, avviò il lavoro partendo dall’elenco completo dei deportati ebrei già realizzato dal Colonello Massimo Adolfo Vitale nel 1948; nel frattempo vennero contattate numerose famiglie di ex deportati con l’intento di raccogliere nuovi dati e ricostruire le storie dietro ai nomi. Lo scopo della ricerca divenne dunque ben più ampio della raccolta dei nominativi per il monumento a Carpi: nel 1979 il lavoro passò sotto la cura di Liliana Picciotto e culminò, nel 1991, con la pubblicazione de Il libro della memoria. Gli ebrei deportati dall’Italia 1943-1945, testo che contiene l’elenco dei deportati con tutte le notizie anagrafiche e biografiche di ciascuna vittima, comprese le date di arresto, di deportazione e il destino finale. Una ricerca di storia e memoria fondamentale che costituisce un interesse permanente del CDEC.