Vi segnaliamo delle interessanti pubblicazioni da poter leggere durante questa estate 2020.
Il diavolo in Francia
Lion Feuchtwanger – Einaudi, 2020
Un popolare detto tedesco recita: “Di chi in Europa faceva la bella vita, si usava dire che viveva ‘come Dio in Francia’, e l’autore aggiunge: ‘ma nel 1940 anche il diavolo non doveva passarsela malaccio’ ”. Così Lion Feuchtwanger – uno degli scrittori più noti della prima metà del ‘900 – narra con dovizia di particolari il suo internamento in un campo di prigionia francese nell’estate del 1940 assieme ad altri duemila tedeschi e austriaci, mentre le truppe naziste avanzano nella Francia collaborazionista.
L’autore descrive con sapienza e occhio critico, non scevro da un pizzico di ironia, la cruda realtà dei campi di internamento e della condizione dell’emigrato.
Lettura avvincente, come del resto la maggior parte delle sue opere. Ne citiamo solo alcune: Süss l’ebreo, La trilogia di Giuseppe – che comprende: La fine di Gerusalemme, Il giudeo di Roma, Il giorno verrà – I fratelli Oppermann.
Verso casa
Assaf Inbari – Giuntina, 2020
Nascita e declino del kibbutz Beth Afikim narrato da uno dei suoi membri, Assaf Inbari.
L’autore racconta con molta sincerità e ironia, elementi caratteristici che troviamo spesso nella narrativa israeliana, la vita dei primi pionieri.
L’ammirevole forza e coraggio, ma anche i sogni utopistici dei “padri fondatori” riempiono le 335 pagine di episodi di vita di un gruppo di giovani ebrei immigrati dall’Unione Sovietica nella Palestina sotto il Mandato Britannico: le loro passioni politiche, le polemiche, le contraddizioni, le gioie e le disgrazie.
Al centro il Kibbutz stesso, vero protagonista del romanzo, e le sue trasformazioni durante quasi un secolo di storia israeliana.
Riflessioni sulla questione antisemita
Delphine Horvilleur – Einaudi, 2020
L’autrice è la terza donna rabbino della Francia ed è una rappresentante del Movimento ebraico liberale.
Ecco un libro che, adocchiando in libreria copertina e titolo, probabilmente non attirerebbe lo sguardo di lettori in vacanza! Invece è un piccolo capolavoro di poco più di 90 pagine molto diverso da quanto scritto finora sull’argomento. L’indagine, infatti, non verte sul perché alcuni popoli abbiano respirato e praticato l’antisemitismo. La Horvilleur compie invece una moderna analisi psicologica e sociologica partendo dall’esame di alcuni episodi noti e meno noti dei testi sacri e dalla tradizione rabbinica.
L’Autrice mette in campo anche la psicanalisi per mostrare cha all’origine dell’odio antiebraico vi sarebbe “una storia di gelosia, di invidia e di rifiuto, la volontà frustrata di far parte di una famiglia che non ha alcuna propensione ad allargarsi”. Curioso!