Architettura e Memoria: inizia la ricerca sulle discriminazioni contro gli architetti ebrei

BBPR, Momumento ai caduti nei campi di concentramento in Germania, 1946, Cimitero Monumentale, Milano. © Barbara Palazzi

Il 29 giugno 1939, nel contesto della promulgazione delle leggi razziali, un provvedimento del regime fascista ordinava la cancellazione dei nomi degli ebrei dagli albi professionali entro il febbraio 1940, prescriveva la totale cessazione di qualsiasi prestazione lavorativa da parte di cittadini di “razza ebraica” e offriva la possibilità ai clienti non ebrei di revocare l’incarico conferito prima della cancellazione dall’albo.

Nello specifico per dodici architetti milanesi – Andrea Benko, Giorgio Cavaglieri, Anatolio Dikanski, Manfredo D’Urbino, Giacomo Eugenio Faludi, Vito Latis, Arrigo Mieli, Michele Mosè Lkrikunetz, Berysz Opoczynski, Alessandro Rimini, Ernesto Nathan Rogers, Nina Livia Viterbo – e i loro colleghi romani – Angelo Di Castro, Romeo Di Castro, Umberto Di Segni e Davide Pacanowski –, questo significò l’esilio o la deportazione.

Oggi, le storie e l’attività professionale di questi architetti, e dei loro colleghi dell’Europa centrale, sono l’oggetto di studio e di approfondimento del progetto di ricerca, Architettura e Memoria (ArchMem) – promosso dalla Fondazione dell’Ordine degli architetti di Milano insieme agli Ordini di Bologna, Roma e Ferrara, alla Fondazione CDEC – Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, la Fondazione MAXXI di Roma e l’Università Comenius di Bratislava e realizzato grazie al finanziamento della Commissione europea nell’ambito del bando European Remembrance – che ha preso il via lo scorso aprile e si concluderà a settembre 2023.

Diciotto mesi di ricerche e iniziative, che ogni partner organizzerà in sinergia con gli altri membri e che includeranno una pubblicazione e due convegni organizzati dalla Fondazione dell’Ordine degli architetti di Milano, uno in collaborazione con la Fondazione CDEC, una mostra e un evento alla Fondazione MAXXI, quest’ultimo insieme all’Ordine di Roma, una graphic novel curata dall’Ordine di Ferrara, un video e un cineforum a cura dell’Ordine di Bologna. Il tutto a partire dall’attività di ricerca svolta negli archivi del Centro di documentazione ebraica contemporanea e dell’Università Comenius, dove si terrà anche l’evento di chiusura del progetto.

L’obiettivo è quello di informare e sensibilizzare, sia la comunità professionale che il grande pubblico, sulle discriminazioni subite dagli architetti ebrei durante i regimi nazifascisti, nonché di fare memoria di come l’antisemitismo abbia portato all’esclusione di molti progettisti dalle loro attività.

In linea con i principi e i valori etici dell’Unione europea, l’approccio alla ricerca si baserà sul rispetto e la sensibilità verso le vittime, uniti a una solida competenza storica. Un lavoro di approfondimento che includerà le storie e le testimonianze – laddove possibile – di familiari, eredi e amici dei professionisti perseguitati, con una particolare attenzione alla dimensione di genere. Infatti, nonostante la scarsità di fonti e la poca presenza femminile nella professione all’epoca delle Leggi razziali, lo sforzo di tutti i team di progetto e i ricercatori coinvolti sarà anche di fare luce su questo aspetto, e di quanto il genere abbia potuto essere un ulteriore fattore di discriminazione.

Un’azione che da storica, si fa anche politica, diventando strumento vivo per prevenire future intolleranze e favorire il dialogo.

I partner commentano l’avvio del progetto:

Abbiamo costruito questo progetto come parte di un percorso cominciato il 27 giugno 2019 con la serata in ricordo degli architetti radiati dal nostro Albo, e che ha recentemente segnato un altro passaggio con la delibera di Consiglio dell’Ordine che ne annulla la cancellazione. In questo quadro il progetto Archmem ci dà la possibilità di approfondire ulteriormente questo momento buio della nostra storia, permettendoci di ripercorrere vividamente, con la lente della nostra professione, le storie dei singoli, oltre a nomi e date, nella convinzione che questo ci consenta di leggere con più lucidità anche il nostro presente. – Marialisa Santi, presidente Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano

I ‘Provvedimenti per la difesa della razza’ emanati dal Regime fascista hanno avuto conseguenze gravi per l’intera società italiana. L’allontanamento degli ebrei dalle professioni determinò un generale impoverimento di competenze. Il progetto dedicato allo studio delle vicende personali degli architetti considerati per legge “di razza ebraica” costituisce un nuovo, importante tassello di conoscenza che contribuirà a far luce sull’intera vicenda delle persecuzioni antiebraiche. L’estensione della ricerca su base europea aggiungerà valore e contribuirà ad approfondire la consapevolezza di una società che sempre più vuole fondarsi sull’inclusione, combattendo forme discriminatorie che nel recente passato hanno generato indicibili tragedie. –Gadi Luzzatto Voghera, direttore Fondazione CDEC – Centro di documentazione ebraica contemporanea

Il passaggio culturale tra passato e presente è messo in discussione dai massivi e spesso, poco attendibili, mezzi di comunicazione. Il presente come sinonimo di “passaggio”, dove risaldare e rafforzare il cordone tra ieri e domani, dando la possibilità di tramandare l’identità, le conoscenze, le esperienze, nel futuro. Il futuro si costruisce su ciò che abbiamo dimenticato. Spesso riconosciamo all’Ordine di Roma il primato di ordine più grande d’Europa. Non dobbiamo dimenticare il triste primato di primo ordine ad aver radiato architetti, sulla base delle atroci leggi antisemite. Mai come in questo momento gli architetti e l’architettura devono considerarsi uniti contro le discriminazioni di qualsivoglia natura. – Paolo Anzuini, consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia

Questo progetto vuole aprire una profonda riflessione sulla più oscura vicenda che ha segnato nel nostro passato la rappresentanza istituzionale degli architetti e degli ingegneri, confidando che possa contribuire al formarsi di una memoria collettiva autenticamente condivisa. – Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Bologna

Una graphic novel ispirata all’esperienza di professionisti, ingegneri ed architetti ferraresi, italiani e slovacchi. L’archifumetto, così è stato chiamato, utilizza la tecnica del disegno, il tratto grafico per mettere a fuoco argomenti, opere di architettura realizzate e progetti dei nostri professionisti. Per fare ciò, alcuni nostri iscritti-architetti si sono offerti congiuntamente all’energia ed esperienza di maestri del settore. – Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Ferrara

Il MAXXI, da sempre impegnato nel trasmettere attraverso l’architettura messaggi e valori eternamente validi, accoglierà nei propri spazi gli esiti della ricerca condotta nell’ambito del progetto Architettura e Memoria con una mostra che renderà accessibili anche a un grande pubblico storie esemplari quanto drammatiche di architetti discriminati, la cui lezione è fondamentale che risuoni ancora oggi. – MAXXI Architettura

Tutte le iniziative legate al progetto sono disponibili qui