Nell’ambito del progetto culturale Architecture and Remembrance, la Fondazione CDEC ha pubblicato i risultati di una prima e inedita ricerca storica sulle espulsioni degli architetti e degli ingegneri ebrei dagli albi professionali in applicazione delle leggi razziste introdotte dal fascismo a partire dal 1938.
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Architecture and Remembrance è un progetto culturale elaborato da una partnership di quattro Ordini degli Architetti italiani (Milano, Bologna, Roma, Ferrara) e 3 istituzioni culturali (Fondazione CDEC – Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Fondazione MAXXI di Roma e Università Comenius di Bratislava) per approfondire le conseguenze delle Leggi Razziali del 1938/40 e delle misure discriminatorie dei regimi nazifascisti sulla professione e la vita degli architetti ebrei in Italia e in Europa centrale.
Obiettivo del progetto, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del bando European Remembrance (CERV-2021-CITIZENS-REM), è informare e sensibilizzare, sia la comunità professionale che il grande pubblico, sulle discriminazioni subite dagli architetti ebrei durante i regimi nazifascisti, nonché fare memoria di come l’antisemitismo abbia portato all’esclusione di molti architetti dai loro campi professionali. Ricostruire la memoria di questo tragico passaggio storico è utile a fornire uno strumento vivo per prevenire future intolleranze e favorire il dialogo, a partire dalle storie individuali dei professionisti coinvolti, per ricomporre un pezzo di storia comune e decostruire il discorso che conduce all’intolleranza.